1. Depressione e Autismo
  2. Fattori di rischio in adolescenza e periodo post-adolescenziale
  3. Riconoscere la depressione
  1. Depressione e Autismo

Le persone con le caratteristiche dell’Autismo (neurodivergenti) sono a rischio maggiore di sviluppare di ansia e depressione rispetto alle persone neurotipiche. Questo non dipende dal fatto di essere autistiche, ma dal fatto di essere autistiche in una società abilista, discriminante e volta alla performance e al profitto. Ansia e depressione sono comuni per chiunque, se le proprie caratteristiche personali e necessità vengono non solo ignorate, ma spesso giudicate e condannate. Per non parlare di fenomeni come il bullismo e l’abilismo, che demoliscono l’autostima delle persone e le espongono allo sviluppo di sintomi depressivi e ansiosi. Le stime indicano una probabilità 4 volte superiore di insorgenza dei disturbi dell’umore in persone nello Spettro dell’Autismo.

I dati sulla prevalenza della depressione nelle persone autistiche sono ancora poco precisi; nei diversi studi ci sono percentuali che vanno dal 10 al 50%. Risulta più probabile che una persona nello spettro si trovi a sperimentare episodi depressivi rispetto a un neurotipico. Il sesso biologico influenza tale probabilità; nelle femmine la depressione è più frequente.

2. Fattori di rischio in adolescenza e periodo post-adolescenziale

Nell’arco di vita ci sono periodi particolarmente sensibili per lo sviluppo dei sintomi. Nel periodo adolescenziale si attraversi spesso una crisi legata al cambiamento e alla crescita. Oltre al processo di cambiamento che porta con sé uno squilibrio dei valori anche a livello ormonale, alcuni fattori di rischio possono esporre una persona a maggior rischio di sviluppare sintomi depressivi.

Fattori di rischio nel periodo dell’ adolescenza:

  • Maggiore complessità delle relazioni sociali e creazione di gruppi più o meno “esclusivi”
  • Aumentata richiesta accademica
  • Episodi di bullismo di maggiore gravità e più frequenti
  • Maggiore auto-consapevolezza e capacità di osservare le differenze tra se e l’altro e operare confronti

Dall’adolescenza all’età adulta:

  • Diminuite occasioni di socializzazione
  • Meno struttura nell’organizzazione della giornata, o comunque cambiamento della routine giornaliera con la fine della scuola
  • Dimensione del successo lavorativo vs disoccupazione e dimensione del guadagno economico
  • Relazione di coppia o nucleo familiare originario vs solitudine (talvolta anche il fatto di rimanere a lungo con i propri genitori, nonostante non si sia soli, può essere difficile da accettare)

Le capacità introspettive e la percezione di una difficoltà di adattamento mettono la persona a rischio di pensieri svalutanti che possono contribuire all’instaurarsi di sintomi depressivi.

La depressione non dipende dal linguaggio o dalle capacità intellettive, ma nei casi in cui queste sono compromesse, a prescindere dall’Autismo, può essere più difficile da intercettare e valutare. In questi casi, spesso emerge da comportamenti quali autolesionismo, aggressività e irritabilità. Le barriere nella comunicazione espongono l’individuo a frustrazione e difficoltà di espressione.

3. Riconoscere la depressione

Per via di alcune particolarità la depressione può non essere riconosciuta in una persona nello spettro: in primis, perché la diagnosi di Autismo occupa spesso l’attenzione in modo prioritario e si è meno portati a pensare alla possibilità che si stia instaurando un disturbo dell’umore. Bisogna tenere presente che la depressione si manifesta diversamente a seconda delle caratteristiche cognitive della persona: una persona con Autismo lieve, buona capacità linguistica e intellettiva sperimenterà la depressione ed esprimerà il suo stato diversamente da chi non ha possibilità di comunicare e presenta disabilità intellettiva.

Ma vediamo alcuni segnali della depressione:

  • Nei bambini e negli adolescenti si manifesta spesso come irritabilità
  • Abbassamento del tono dell’umore, pianto
  • Diminuito interesse per le attività solitamente gradite
  • Diminuzione o aumento dell’appetito
  • Alterazione del ritmo sonno/veglia
  • Aumentato o diminuito livello di attivazione fisica
  • Poca resistenza alla fatica
  • Difficoltà a pensare o concentrarsi
  • Pensieri negativi o addirittura di suicidio soprattutto negli adolescenti

Il quadro può essere aggravato dall’ansia o dal disturbo ossessivo-compulsivo e altre condizioni.

La depressione compare spesso a seguito di eventi di vita negativi, che portano a una riflessione negativa sull’immagine di sé, e abbassano il tono dell’umore. Il fatto di non essere accettati e non trovare spiegazione per questa difficoltà di inserimento in alcuni contesti sociali può portare a incolpare se stessi. Questo abbassa l’autostima, e perpetua il circolo vizioso del pensiero negativo ed auto-svalutante. Queste modalità di pensiero hanno origine da diversi fattori: episodi infantili ad esempio, o anche episodi che hanno alla base la propria neurodiversità, che purtroppo può tradursi in vissuti di inadeguatezza quando non viene rispettata e compresa. Inoltre, le difficoltà comunicative possono aumentare il rischio di eventi negativi, e portare alla depressione.

In generale, per aumentare la capacità di diagnosi di depressione in persone autistiche, i clinici devono avere in mente che le persone con le quali si interfacciano sono maggiormente esposte a sviluppare depressione viste le difficoltà di adattamento poste loro dalla società e lo scarso riconoscimento sociale e che l’Autismo è solo un insieme di caratteristiche che li rappresenta, insieme a tante altre.

Bibliografia

Hudson CC, Hall L, Harkness KL. Prevalence of Depressive Disorders in Individuals with Autism Spectrum Disorder: a Meta-Analysis. Journal of Abnormal Child Psychology 3 2018. doi:10.1007/s10802-018-0402-1

 Pezzimenti F, Han GT, Vasa RA, et al. Depression in youth with autism spectrum disorderChild Adolesc Psychiatr Clin N Am. 2019;28(3):397-409.

Stewart, M. E., Barnard, L., Pearson, J., Hasan, R., & O’Brien, G. (2006). Presentation of depression in autism and Asperger syndrome: A review. Autism10(1), 103-116.

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