1. La valutazione clinica dell’autismo
  2. Lo screening per l’ autismo
  3. La diagnosi di autismo
  4. Diversi tipi di test
  1. La valutazione clinica dell’autismo

La valutazione clinica è il punto di partenza per la presa in carico del bambino con le caratteristiche dell’autismo. Come vedremo esistono diversi tipi di valutazione che hanno diverse finalità. La valutazione serve per determinare clinicamente la presenza di caratteristiche che soddisfano i criteri per una diagnosi e per stabilire la gravità dell’autismo. E’ inoltre fondamentale per determinare le caratteristiche cognitive dell’individuo e il suo profilo di funzionamento individuale. La valutazione è importante non solo ai fini diagnostici ma anche per la pianificazione dell’intervento. E’ possibile richiederla sia in strutture pubbliche che private, ma per avere la diagnosi ufficiale e il supporto della Regione dal punto di vista dei servizi ed economico va effettuata in contesto pubblico. Per maggiori informazioni riguardo il sostegno alle famiglie da parte della Regione Lazio visita il sito.

2. Lo screening per l’autismo

Lo screening è un’indagine preliminare che rivela la presenza di segnali sospetti che risultano dall’osservazione del comportamento del bambino. Il test di screening non permette di stabilire una diagnosi di autismo, ma di condurre un’iniziale indagine in bambini piccoli che mostrano alcuni segnali comportamentali riconducibili all’autismo. Per qualsiasi dubbio relativo alle particolarità dello sviluppo del proprio figlio è bene consultare il pediatra.

Un test di screening ampiamente utilizzato è l’M-CHAT-R di Diana Robins. Cliccando su questo link potrai accedere al sito per scaricare il questionario, selezionando la lingua italiana. Questo strumento andrebbe compilato in consultazione con un medico, per evitare falsi positivi ed errori nella compilazione. Si può compilare a partire dai 18 mesi di età circa del bambino, e osserva l’attenzione condivisa, il gioco di finzione, la presenza di disturbi sensoriali e/o di anomalie motorie e altri aspetti del comportamento. Il test si somministra ai genitori. L’importanza dello screening sta nel individuare precocemente alcuni segnali e attivare tempestivamente l’intervento. L’attivazione precoce dell’intervento garantisce una migliore adattabilità futura.

3. La diagnosi di autismo

La parola diagnosi nel suo significato generico indica la procedura di ricondurre un fenomeno o un gruppo di fenomeni a una categoria. La valutazione dell’autismo si effettua tramite la somministrazione di test e interviste direttamente al bambino e anche ai suoi caregivers. A partire dall’osservazione e l’analisi del comportamento sia osservato che riportato dai caregivers si può determinare se questo soddisfa i criteri per la diagnosi di autismo.

La valutazione comprende:

  • Colloquio e interviste con i genitori e gli insegnanti. Colloquio conoscitivo (primo colloquio) ma anche test veri e propri come l’ADI, che è un’intervista da svolgere con i genitori. Le domande del test fanno riferimento al comportamento attuale del bambino e al comportamento di quando aveva 4-5 anni età.
  • Utilizzo di test diagnostici: ad esempio il CARS (Childhood Autism Rating Scale) che può essere somministrato a partire dai 2 anni di età. Questo test fornisce anche informazioni riguardo il livello di gravità dell’autismo. La scala CARS valuta diverse aree del comportamento e assegna ad ognuna un punteggio. La somma dei punteggi da un risultato, che corrisponde ad una categoria: Non autistico; Autismo da leggero a medio; Autismo grave. Un altro strumento ampiamente utilizzato è l’ADOS. Si tratta di un test svolto con la partecipazione diretta della persona interessata, a partire dai 12 mesi di età (con presenza di linguaggio minimo e un’età mentale non verbale di almeno 12 mesi) fino all’età adulta.  
  • Valutazione delle capacità cognitive che può essere di tipo verbale o non verbale a seconda delle caratteristiche del bambino. Questo tipo di test è detto test normativo, e un esempio sono le scale WISC e WPPSI.
  • Diagnosi differenziale: durante il processo di diagnosi bisogna escludere che il comportamento osservato sia riconducibile ad una condizione diversa dall’autismo.
  • Analisi delle comorbilità, cioè le eventuali altre diagnosi cliniche associate alla diagnosi di autismo (ADHD, DSA, etc). 

La raccolta dei dati da diversi test e con diverse modalità consente di apprezzare le particolarità personali di ogni caso clinico e compilare un profilo unico e approfondito, per pianificare l’intervento di conseguenza.

4. Diversi tipi di test

Le principali categorie di test sono:

  • Test normativi: test che valutano lo sviluppo cognitivo o il livello di sviluppo (QI quoziente intellettivo; QS quoziente di sviluppo). I test normativi sono fondamentali per determinare il livello di autonomia e la prognosi, cioè l’evoluzione del quadro clinico. Esempio: Scale WAIS, WISC, WPPSI, Leither. Confrontano la prestazione della persona con quella della maggioranza delle persone, e la persona stessa con se stessa in un arco temporale prolungato. Principalmente quantitativa.
  • Test funzionali: restituiscono il livello di adattamento dell’individuo, cioè il successo nell’interazione individuo-ambiente in un contesto pratico e realistico. Ha lo scopo di individuare i punti di forza e di debolezza dell’individuo per organizzare l’intervento. Esempio: test PEP-3. I risultati della scala PEP-3 offrono un quadro completo e approfondito da cui ricavare tutti gli obiettivi i sotto-obiettivi da inserire nel focus dell’ intervento psicoeducativo. Compara le prestazioni della persona non alla norma, ma alla prestazione in sé: al senso che quella prestazione può avere nella vita quotidiana. Principalmente qualitativa. Esempio: il bambino sa bere dal bicchiere? Sa allacciarsi le scarpe? L’adolescente sa cucinare qualcosa? (Non si compara con prestazioni medie della popolazione).
  • Test diagnostici: come ad esempio l’ADOS e l’ADI, servono per individuare la presenza delle caratteristiche dell’autismo in una persona.

Dopo questa panoramica sulla valutazione nell’autismo, seguiranno articoli che approfondiscono l’argomento.

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